© (Afp) - Nicolas Maduro

Venezuela: UE chiede mandato d’arresto per Maduro

Il Parlamento Europeo riconosce Gonzales Urrutia come Presidente e ha chiesto un mandato d’arresto internazionale per Maduro

Roma, 19 settembre 2024 – L’Ue dovrebbe fare tutto il possibile per garantire che Edmundo Gonzalez Urrutia, presidente legittimo e democraticamente eletto del Venezuela, possa entrare in carica il 10 gennaio 2025. E’ la posizione espressa oggi dal Parlamento europeo.

In una nota si informa che con una risoluzione non vincolante adottata con 309 voti a favore, 201 contrari e 12 astenuti, l’assemblea “condanna senza mezzi termini e respinge fermamente i brogli elettorali orchestrati dal Consiglio nazionale elettorale, che è controllato dal regime e che si è rifiutato di rendere pubblico il risultato”.

I deputati, si legge nel comunicato, riconoscono Gonzalez Urrutia come presidente legittimo e democraticamente eletto del Paese e Maria Corina Machado come leader delle forze democratiche. Condannano inoltre fermamente l’emissione da parte del governo venezuelano di un mandato d’arresto nei confronti di Gonzalez.

I deputati sottolineano che, nonostante i ripetuti appelli della comunità internazionale, il regime venezuelano non ha rispettato l’Accordo di Barbados del 2023 tra il governo Maduro e l’opposizione in relazione alle elezioni presidenziali, rendendo impossibile un’elezione libera ed equa.

I deputati osservano che i rapporti delle missioni internazionali di osservazione elettorale affermano chiaramente che le elezioni presidenziali venezuelane del 28 luglio 2024 non hanno rispettato gli standard internazionali di integrità elettorale.

Condannano inoltre con la massima fermezza gli omicidi, le molestie, le violazioni e gli arresti perpetrati contro l’opposizione democratica, il popolo venezuelano e la società civile, chiedendo la fine delle violazioni sistematiche dei diritti umani.

USA una Legge in Senato

Il presidente della Commissione per le Relazioni Estere del Senato degli Stati Uniti, il democratico Ben Cardin, ha annunciato l’introduzione di un disegno di legge che mira a riconoscere il leader dell’opposizione venezuelana Edmundo González Urrutia come legittimo vincitore delle elezioni presidenziali del 28 luglio.

La proposta, chiamata «Legge Verità», non mira solo al governo di Nicolás Maduro, ma anche a imporre sanzioni a quei funzionari e entità straniere che sostengano il suo regime, in quello che Cardin descrive come «un passo essenziale verso un Venezuela libero e democratico».

«Gli Stati Uniti devono assumere l’iniziativa di imporre conseguenze a Maduro per le sue attività fraudolente e le sue detenzioni arbitrarie», ha dichiarato il senatore democratico in un comunicato stampa, sottolineando che la comunità internazionale deve lavorare insieme per «un Venezuela post-Maduro prospero».

Lula non parteciperà all’insediamento di Maduro

Dopo le contestate elezioni del 28 luglio scorso, il Brasile ha escluso la possibilità che il presidente Luiz Inácio Lula da Silva partecipi ad un’eventuale terzo insediamento di Nicolás Maduro alla presidenza del Venezuela, il prossimo 10 gennaio.

Lo ha confermato Celso Amorim, il consigliere speciale per gli Affari internazionali del presidente brasiliano. «Oggi non vedo Lula andare all’insediamento di Maduro», ha dichiarato Amorim.

Tra Brasile e Venezuela la tensione è aumentata il 7 settembre, dopo che il governo di Maduro ha revocato l’autorizzazione concessa al Brasile per rappresentare gli interessi dell’Argentina a Caracas e presidiare le sue strutture diplomatiche, dove trovano asilo sei esponenti di spicco del movimento politico Vente, della leader dell’opposizione, Maria Corina Machado.

Amorim ha comunque chiarito al quotidiano Valor Economico che «Il Brasile non ha intenzione di interrompere le relazioni con lo Stato del Venezuela».

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