Alluvione Spagna, almeno 158 morti e oltre 120mila sfollati

Trovati vivi 7 degli 8 cittadini dell’Ecuador dispersi. Il racconto di un conducente di camion: ho visto sparire una famiglia inghiottita  dalle acque.

 

di Aurora Marcilo

Valencia, 1 novembre 2024 – Il bilancio di Dana è terribile: 158 morti, diversi dispersi e 120mila sfollati. Grande dolore e sconcerto per la catastrofe provocata nella regione di Valencia. Non si arresta la Dana, la «Depresion Aislada en Niveles Altos» («depressione isolata ad alta quota»), il fenomeno meteorologico che negli ultimi giorni ha messo in ginocchio la regione di Valencia.

L’esercito è all’opera per distribuire aiuti alla popolazione e il governo regionale di Valencia ha annunciato un piano iniziale di 250 milioni di euro.

Cosa sta succedendo

La regione di Valencia, nell’est della Spagna, è stata colpita da piogge torrenziali che hanno provocato inondazioni improvvise. Un disastro naturale è stato definito il peggiore nella storia recente del paese.

Le intense piogge hanno trasformato le strade in fiumi, trascinando via auto e lasciando intere comunità isolate. Le autorità locali hanno emesso allerte rosse e consigliato ai cittadini di rimanere nelle loro case ed evitare viaggi non essenziali.

La Dana è ancora attiva e continua a provocare forti piogge: diverse zone delle province di Valencia e Castellón, così come il sud di Tarragona, sono infatti sotto allerta arancione da parte dell’Agenzia Meteorologica Statale, in attesa di nuove piogge, mentre in Andalusia, l’allerta è rossa nelle zone costiere di Huelva, Andévalo e Condado.

Una forte tempesta d’acqua, infatti, ha allagato parte del capoluogo di Huelva e zone di altri comuni vicini. Allerta gialla nelle Isole Baleari e in Estremadura e in altre zone della Comunità Valenciana e della Catalogna.

Il racconto di Roman, camionista rumeno sopravvissuto

Col mio camion stavo cercando di uscire da un parcheggio-racconta Roman camionista romeno che vive in Spagna- a un certo punto l’acqua è arrivata alla portiera del mio camion e tutto intorno a me vedevo galleggiare delle persone, erano decedute. Poi è passata trascinata dalla corrente un’auto con un uomo che ha cercato di darmi sua figlia: mi ha urhalto prendila. Ma non sono riuscita a prenderla perché l’acqua ha trascinato via l’auto. Spero siano riusciti a salvarsi. Non potrò mai dimenticare queste scene e il fatto di non essere riuscito a prendere quella bambina.

Strade, ferrovie e ponti distrutti

«Oltre 80 km di rete stradale è stata danneggiata e la priorità è riattivare con urgenza l‘autostrada A7 interrotta e impossibile da percorrere», per il quale «ci vorranno 10 o 12 giorni per entrare nuovamente in funzione». Lo ha detto oggi il ministro dei Trasporti e Mobilità sostenibile spagnolo, Oscar Puente, nell’assicurare che sono cominciati i lavori per ristabilire la rete viaria della regione di Valencia, danneggiata dalla Dana, dove «la situazione è estremamente grave».

Il ministro ha segnalato che si è riusciti a «ristabilire il collegamento nord-sud». Per quanto riguarda i trasporti ferroviari, Puente ha confermato che la linea della Tav Madrid-Valencia sarà ripristinata «in due al massimo 3 settimane», dopo la ricostruzione di due tunnel in due dei municipi colpiti di Torrent e Chive.

Mentre i treni regionali, dopo la distruzione di 3 delle 5 linee ferroviarie nella catastrofe, «tarderanno mesi per essere completamente operative». Il ministro ha segnalato che «per ora non è stato possibile stabilire un piano alternativo di mobilità» per le migliaia di pendolari che si muovono fra Valencia e l’hinterland, che non sarà possibile «fino a quando le strade non saranno liberate e percorribili».

Il cuore dei migranti per Picanya

Decine di migranti si sono messi a cucinare nelle strade di Picanya, uno dei centri più colpiti dall’alluvione. Così in mezzo alle macerie, al fango e alle auto distrutte dalla piena, si sono accesi dei barbecue improvvisati, si affettano verdure, si preparano piatti tipici delle cucine di mezzo mondo.

Tutto cibo destinato alla popolazione locale, a chi non ha più una casa. Questi migranti, anche loro sono sfollati. Vivevano in un hotel che è stato allagato dalla piena: vengono da tanti Paesi diversi tra cui Afghanistan, Siria, Georgia e Venezuela.

Hanno parlato con il proprietario di un albergho per poter utilizzare il cibo che si trovava nella dispensa della grande sala da pranzo della struttura e cucinarlo per tutti che ne avessero bisogno. Ora offrono cibo a tutti coloro che passano e il menu è ovviamente il più vario, a seconda di chi cucina.

«Quando c’è da aiutare – racconta un uomo venezuelano alla stampa locale – non ci sono più differenze. Non abbiamo nè luce nè acqua ma siamo contenti di essere sopravvissuti e vogliamo solo dare una mano»

Una colonna umana di volontari in marcia verso Valencia

Pale per scavare nel fango, cibo, acqua. Sono le prime necessità delle popolazioni alluvionate della zona di Valencia, con migliaia di cittadini che provano a dare una mano e stanno formando, come raccontano La Vanguardia e altri media, carovane a piedi per portare questi aiuti nelle località più colpite.

La direzione principale di questo fiume di volontari è da Valencia città verso le zone dell’hinterland devastate dalle inondazioni degli scorsi giorni: tra queste Sedaví, Alfafar, Paiporta, Picanya, Albal e Catarroja. «Grazie a tutti i servitori pubblici e alle migliaia di volontari che, in tragedie come quelle che stiamo vivendo, sono un esempio di solidarietà e dedizione», ha scritto su X il premier Pedro Sánchez.

 

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